Brain Factory

Il linguaggio architettonico è uno strumento potente che a volte necessita di essere codificato non solo dal destinatario dell’opera, ma da chiunque voglia vivere un’esperienza unica e irripetibile, soprattutto se, a sperimentarla, è un giovane laureato in matematica. E cosa succede se la modalità operativa del vivere lo spazio ricorda la struttura algebrica non associativa del ‘loop’ usata in matematica? Che relazione esiste tra la successione di operazioni che vengono eseguite ciclicamente nello stesso ordine dal calcolatore, tipicamente con modifiche dei parametri e degli operandi ad ogni iterazione, finché non sia soddisfatta una qualche condizione di uscita prefissata e la consuetudine abitudinaria del vivere gli spazi architettonici? Queste domande sono state alla base della ricerca progettuale di questo appartamento di 60 mq realizzato a Roma e grazie ad esse, si è sperimentato un approccio del tutto nuovo e fuori dall’ordinario. L’appartamento, che ha previsto una totale ristrutturazione, può infatti essere vissuto in senso circolare, come un cerchio chiuso, ma ogni volta impreziosirsi di nuovi particolari. Come? Pur vivendo l’area living, la cucina e la camera da letto secondo uno schema prefissato, è possibile volta per volta vivere la medesima funzione con nuove modalità operative fruendo dello spazio in base alle proprie esigenze, rompendo il loop. La ripetizione casuale e dinamica è altresì accentuata del caratteristico pattern delle piastrelle in gres usate a pavimento nella cucina e nei bagni. Spesso il concetto di ripetizione lo si associa ad un qualcosa di tremendamente noioso, ma se pensiamo che la vita è fatta di cicli continui fatti di nascita, trasformazione e morte di tutte le cose, ci rendiamo conto che la ciclicità, il loop, è solo un passaggio necessario affinchè paradossalmente ci si possa evolvere, proprio come gli spazi dell’architettura d’interni sono in continua evoluzione.